Il Comune di Bologna mette limiti all’utilizzo della propria rete internet wireless. Può sembrare ovvio che lo faccia, ma la domanda lecita a questo punto è: a cosa serve? Nei giorni scorsi è stata infatti annunciata, nella rete comunale, l’installazione di filtri che bloccano l’accesso a tutti quei siti dove è possibile fare una partita a poker, aspettare i numeri per un’estrazione del bingo o una puntata su una partita di calcio. A chi proverà a collegarsi a queste tipologie di siti apparirà una scritta: “Il servizio Iperbole Wireless è Slot freE-R e non consente l’accesso a questo sito”. Si tratta di avviso che sottolinea l’adesione da parte del Comune alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”, alla quale hanno aderito la Sicilia, la Puglia, il Lazio, la Toscana, il Friuli, la Liguria e la Lombardia.
“Applicare dei filtri è stato molto complicato perché alcuni siti hanno dei nomi che traggono in inganno - ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza e legalità del Comune di Bologna, Nadia Monti -. I tecnici hanno dovuto trovare tutte le parole chiave e bloccarle. Ma i filtri si potranno però aggiornare nel caso in cui qualche termine fosse scappato”. L’Emilia-Romagna lo scorso anno si è classificata al quarto posto in Italia per fatturato legato al gioco. Il Comune ha recentemente approvato un regolamento che stabilisce la distanza minima da scuole e ospedali per l’apertura di nuove sale di gioco e l’obbligo per tutti i commercianti che hanno in affitto spazi comunali di disinstallare eventuali slot.
Se questi ultimi provvedimenti sembrano idonei a raggiungere l’obiettivo, ossia quello di contrastare una delle tipologie di gioco che maggiormente possono creare dipendenza, quello rispetto al gioco online è un approccio pià discutibile. Oggi praticamente tutti gli smartphone dispongono di una connessione a internet e chi ama scommettere su supporto mobile non è disincentivato dalla mancanza di accesso attraverso la rete comunale.