La terza sezione della Corte dei Conti ha respinto le richieste di sanatoria al 20% presentate dai concessionari dell'automatico italiano e inerenti alla multa da 2,5 miliardi di euro per i ritardi e le inadempienze nel collegamento alla rete Sogei del parco macchine, nella fase di start up del mercato. I giudici della Corte dei Conti hanno condannato i concessionari a versare non solo il 20% della somma, come richiesto dagli operatori e come anche concordato con il Governo (che sulle percentuali ha "ballato" un po' pur di ottenere un recupero importante di denaro per evitare il pagamento dell'Imu agli italiani), ma una quota aggiuntiva del 10%, definendo così al 30% la quota di multa da pagare. Intanto il Codacons, da sempre molto "ostile" al comparto del gioco pubblico e in particolare al ramo industriale di questo, ha inviato un'istanza al Comando Generale della Guardia di Finanza, intimando il sequestro degli incassi di alcune di queste aziende concessionarie. Secondo il Codacons la multa da 2,5 miliardi deve essere pagata interamente e comunque la "sanatoria" provoca un consistente danno economico per il nostro Paese, privato in un momento di grave crisi di risorse non indifferenti che potrebbero risultare più che utili alle casse statali. Per tale motivo il Codacons ha chiesto alla Guardia di Finanza di sequestrare gli incassi degli operatori, per un controvalore pari a quello della sanzione della Corte dei Conti, per consentire il pagamento del debito che le società del gioco presentano nei confronti dello Stato italiano e dei cittadini.