La sentenza Costa-Cifone, emessa dalla Corte di Giustizia Europea nel febbraio del 2012, è di grande attualità in questi giorni. Tale provvedimento infatti resta un baluardo per gli operatori che sostengono di essere stati discriminati dal Bando Monti per l'ingresso nel sistema concessorio italiano e che, per avvalorare le proprie tesi, si affidano ai principi fissati proprio in questa sentenza, l'ultima che la Corte di Giustizia Europea ha fornito puntando dei tasselli importanti nella definizione del panorama completo e generale di principi che dovrebbero regolare e sostenere il settore delle scommesse.
Un altro intervento da parte della Curia è seguito, a settembre nel 2013, sul tema delle licenze tulps, ma la Costa-Cifone è la sentenza cardine, in ordine di tempo e per i dettami espressi, e lo conferma il fatto che su questa sentenza si è focalizzato, proprio oggi, il dibattito a Lussemburgo: si è discusso il ricorso di Stanley rispetto al Bando Monti, quella che ha messo a gara 2000 diritti per la raccolta di scommesse nel nostro Paese, assicurando una durata dei diritti troppo breve, secondo il bookmaker anglomaltese, ossia di 40 mesi.
Quindi oggi in Corte di Giustizia si è svolto un altro momento fondamentale per il sistema delle scommesse italiane. Ricordiamo che, oltre al ricorso Stanley, i giudici di Lussemburgo dovranno affrontare quelli di altri operatori, visto che la questione pregiudiziale relativa al Bando delle 2.000 concessione è stata sollevata da molti tribunali italiani, a diversi livelli giurisprudenziali, e relativamente a diversi operatori come Leaderbet, Bet 1128, Unique Group e altri.