I giudici della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno dato l'altolà ad un operatore maltese presente in Italia con una rete di Ced. Si tratta di Leaderbet e di un sequestro probatorio operato dalla Guardia di Finanza di Bari verso un centro collegato privo di licenza di pubblica sicurezza e, chiaramente, anche privo di concessione dei Monopoli di Stato.
Se fino ad oggi abbiamo avuto modo di commentare sentenze positive da parte della Suprema Corte, dobbiamo stavolta parlare di paletti precisi piantati dai giudici verso operatori con determinate caratteristiche. Quanto accaduto infatti dimostra come vi sia uno studio diverso, da parte della Corte, della situazione del bookmaker di cui ci si sta occupando.
In questo caso c'è stato un richiamo rispetto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea e in particolare al caso Costa-Cifone che ha definito chiaramente la posizione discriminatoria subita da Stanley. Una situazione, secondo la Cassazione, non trasponibile a Leaderbet.