In un convegno romano si è discusso di gioco patologico e del disegno di legge che la Commissione Affari Sociali sta analizzando e che, secondo la relatrice, presentatrice del progetto, l’on. Paola Binetti, entro luglio sarà legge.
Il testo prevede, come è giusto che sia, norme molto importanti per il contrasto al gioco patologico. Tra queste, ovviamente, la lotta al gioco clandestino, la tutela delle fasce della popolazione più esposte alla ludopatia con la creazione di appositi fondi, e un disegno organico di provvedimenti sanitari sul territorio. Ma l’on. Binetti ha lanciato un allarme che riguarda proprio l’iter di questa legge.
Sembra infatti che in materia di gioco il Ministero della Sanità sia in contrasto con quello dell’Economia: se è vero che crescono i casi di ludopatia è anche vero che non esiste ancora una mappatura precisa che possa quantificare veramente il problema, è anche vero che - secondo l’on. Binetti - esistono troppe occasioni per il gioco. Per questo è stata proposta una moratoria di 5 anni per bloccare l’introduzione di nuovi giochi. Un assunto sembra tuttavia molto chiaro: il secco no al proibizionismo perché “produrrebbe l’effetto contrario”. Un fatto certificato sia dal punto di vista psicologico, sia sotto il profilo storico: quando il settore dei giochi non era controllato dallo Stato le infiltrazioni criminali erano una consuetudine e il controllo della malavita assoluto. Vietato, in questo frangente, fare passi indietro.