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Distante (Sapar) commenta sentenza Tar Lecce su distanziometro: "restituisce dignità ad un settore già gravemente compromesso"


21 marzo 2019 | Attualità
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Grande soddisfazione da parte di Sapar per la sentenza del Tar Puglia che ha accolto il ricorso di una sala scommesse di Lecce contro la legge regionale in tema di distanziometro (http://cifonenews.it/tar-lecce-contro-distanziometro-regolamento-sui-giochi-rischia-di-paralizzare-unattivita-economica-lecita/). Così il presidente dell'associazione, Domenico Distante, ha commentato la sentenza: "Le associazioni private non rientrano nell’elenco dei luoghi sensibili. Né la presenza di una associazione, a qualsiasi titolo, può costituire un elemento di limitazione alla persistenza di un esercizio commerciale o struttura ove si esercita il gioco pubblico legale e autorizzato. Una corretta e opportuna interpretazione delle norme che se applicata in modo estensivo, costituirebbe grave pregiudizio all’esercizio d’impresa oltre che presentare ampi profili di incostituzionalità. Dunque l’estensione del concetto di “luogo sensibile” nel novero di associazioni di vario genere, non può trovare applicazione nelle norme previste dalla legge regionale di contrasto alle ludopatie emanata dalla Regione Puglia. Per queste ragioni l’uso del distanziometro non può essere esercitato o applicato nell’ambito di forme di aggregazione di natura privata. Le conclusioni del Tar Puglia che ha accolto il ricorso di una sala scommesse di Lecce restituisce dignità ad un settore già gravemente compromesso dalla mancanza di una regolamentazione quadro a livello nazionale più volte sollecitata e richiesta dagli operatori del settore. Il caso in specie – prosegue Distante – così come evidenziato dai giudici del Tar avrebbe potuto portare a esiti paralizzanti dell’attività economica con grave danno per gli operatori. Su questo aspetto si dovrebbe aprire un altro capitolo, quello del danno economico provocato al gestore, causato da improvvide decisioni prese nella arbitraria interpretazione della legge da parte di dirigenti comunali che dovrebbero essere direttamente chiamati in causa attraverso azioni risarcitorie secondo precise responsabilità. Ci chiediamo chi pagherà queste spese ma ci auguriamo che i gestori danneggiati facciano valere i propri diritti”.


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