Il match fixing è avvertito nel mondo del calcio? Quali sono i motivi di questo problema? Cosa fare per risolverlo? A queste e ad altre domande hanno risposto 500 fra giocatori, allenatori e addetti ai lavori della Serie B.
Il report, con le relative soluzioni è stato presentato nei giorni scorsi, portando avanti il percorso iniziato un anno fa dalla Lega Serie B e da Trasparency Italia per la lotta al matchfixing. È la parte italiana di un progetto comunitario, e finanziato dall’Unione europea, che coinvolge cinque leghe pilota le quali conducono studi separati per poi procedere al confronto.
Partecipano, insieme al presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, ai rappresentanti di Trasparency Italia Paolo Bertaccini e a quello di Trasparency international Sylvia Schenk, il presidente della Figc Giancarlo Abete, l'ex giocatore del Gubbio Simone Farina (tra i primi a denunciare un tentativo di illecito e diventato poi un simbolo della lotta al calcioscommesse), il vice capo della Polizia Francesco Cirillo e il capo Ufficio sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Giovanni Panebianco.
Le frodi sportive rappresentano una terribile piaga che, nel nostro Paese, si intreccia alle scommesse sportive: i non addetti ai lavori, infatti, addebitano alle scommesse la causa di questo fenomeno, e tuttavia è stato certificato che i casi esaminati non si rivolgono al mercato italiano del petting, bensì a quello asiatico, molto meno controllato.