Il 2013 si era chiuso con la retromarcia del Governo per un decreto, il "Salva-Roma" che tra l'altro conteneva un pacchetto di misure sui giochi che ha creato un vero caso istituzionale e politico.
Il decreto, per le polemiche scatenate e per il veto del presidente della Repubblica che si è espresso negativamente sui provvedimenti contenuti è stato ritirato dal Governo, e le norme più urgenti sono state inserite nel decreto Milleproroghe.
Le norme riguardanti i giochi sono state del tutto cancellate dal decreto, e sia il presidente del Consiglio Letta, sia il sottosegretario all'Economia con delega ai giochi Giorgetti, hanno dichiarato di avere l'intenzione di intervenire sui giochi con uno strumento sistematico che possa mettere ordine dove ora regna il caos.
Quanto ideato dal Governo ha scatenato gli animi di politica e istituzioni perché sostanzialmente si "penalizzavano" quei comuni e quelle regioni che, intervenendo sul contingentamento delle slot machine e sull'apertura delle sale giochi, minavano gli incassi erariali. Ma il Salva-Roma aveva anche provvedimenti riguardanti le concessioni, il pilastro del sistema dei giochi italiano, che il Governo voleva blindare per non lasciare margini ad atti anti-sistema o alla criminalità organizzata, in particolare nei momenti di crisi del rapporto concessorio.
L'anno quindi si apre con una serie di punti da chiarire e di intenzioni poco chiare da parte dell'Esecutivo, consapevole dell'urgenza dell'intervento in un settore così delicato ma anche fondamentale per l'Erario, per l'industria e per i cittadini.