Più di 50 persone sono state arrestate dai carabinieri di Napoli e Caserta, insieme al nucleo impegnato nell'Antifalsificazione monetaria, in un’operazione scattata all’alba in Campania. Le manette sono scattate precisamente per 56 persone accusate dei reati – tra gli altri – di associazione per delinquere, falsificazione di monete, spendita ed introduzione nello Stato di monete falsificate, falsificazione di valori di bollo e contraffazione di altri pubblici sigilli. Il “Napoli Group”, molto temuto dalla Banca Centrale Europea, era costituito da undici associazioni a delinquere ciascuna delle quali specializzata in un compito: dallo stoccaggio al trasporto alla spendita al minuto delle banconote. La banda, secondo quanto ha reso noto il comandante del Nucleo falsificazione, il colonnello Ferace, ha osato addirittura stampare una banconota da 300 euro, taglio che non esiste: banconota poi spacciata in Germania.
L’operazione è partita da una richiesta della Dda di Napoli ed è cominciata nel 2012: le indagini sono state coordinate sia dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che dai pm di Santa Maria Capua Vetere, cercando di localizzare i canali di distribuzioni e le stamperie clandestine di banconote false, riconducibili a gruppi legati a clan dell’hinterland napoletano. La contraffazione e lo smercio di banconote false, ma anche di valori da bollo, avveniva nel Napoletano, e i canali di distribuzione smerciavano nelle province di Torino, Bologna, Foggia, Genova, Milano, Cassino, in Sicilia e in Calabria, ed anche all’estero. In particolare, a Napoli, c’era una stamperia clandestina con macchinari di stampa Offset "specializzata in banconote", che ne ha prodotte nell’ordine di diversi milioni; a Gallicano, nel Lazio, una zecca clandestina produceva monete da uno ai due euro false; e ad Arzano, nel Napoletano, venivano confezionate marche da bollo telematiche e tagliandi di gratta&vinci falsi.