I giochi in Italia: un sistema economico appetibile


3 luglio 2014 | Attualità
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Mentre una parte del mondo politico combatte la guerra contro il gioco tout court immaginando quanto sia desiderabile un mondo senza gioco pubblico, c’è chi invece ha preso coscienza di quanto il settore sia importante, di quanto lavoro c’è ancora da fare e di cosa si potrebbe ottenere nel regolamentare al meglio il sistema e blindarlo dagli attacchi esterni provenienti da chi, se non ci fossero regole e paletti, prenderebbe in mano la situazione facendo del gioco il proprio regno.

E’ una storia che in Italia abbiamo già visto: quando i giochi non erano regolamentati era la malavita organizzata a gestire il tutto (totonero, gratta&vinci, slot machine) con nessuna garanzia per gli utenti e senza nessuna certezza nel pay out. Non solo: per lo Stato l’ammontare dei costi era altissimo visto che sul territorio si trovava a gestire i disordini causati dalla presenza indisturbata della criminalità organizzata operante nel settore dei giochi, senza nessun ritorno nelle casse dell’Erario.

Da quando i giochi sono stati regolamentati e lo Stato ne ha acquisito il controllo, il duro lavoro è stato ripagato dalla protezione dei consumatori-giocatori rispetto alle truffe e dal fatto che il fisco gode delle entrate dai giochi tanto da permettere, a fasi alterne, di prevedere introiti una tantum e entrate extra provenienti dalle gare per l’affidamento in concessione dei giochi stesso.

Eppure i problemi restano, visto che Alfano, il ministro dell’Interno, nell’intervenire ieri presso la Commissione Affari Costituzionali, ha evidenziato di avere sott’occhio la situazione del gioco pubblico particolarmente nel mirino della criminalità organizzata per via dell’elevata “appetibilità economica” del sistema, che non solo permetterebbe facili incassi, ma che consentirebbe un’opportunità di riciclaggio e controllo del territorio.

Insomma, se è vero che le regole hanno stretto le maglie, è anche vero che si può e si deve fare ancora molto, in questo senso. Il gioco non è solo rischio sociale, ma è anche un presidio statale da esaltare con regole certe, precise, condivise, comunitarie. Troppo spesso infatti le mosse del Regolatore nel tentativo di normare il settore finiscono con un nulla di fatto per via di clamorosi errori che solo la Corte di Giustizia Europea può dirimere.


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