Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha risposto ad un’interrogazione parlamentare in commissione Finanze della Camera all’interrogazione, un’interrogazione presentata dal Movimento Cinque Stelle sulle "Iniziative contro il riciclaggio e l’elusione della normativa fiscale nell’ambito delle sale gioco dove sono installate le videolotteries".
Si tratta di un tema molto delicato portato alla ribalta, proprio in questo periodo, dal programma televisivo “Le Iene” che, dopo aver attaccato il settore dei giochi su numerosissimi fronti, ha scovato un’altra “falla” del sistema presentandosi a chiedere direttamente ai Monopoli di Stato lumi sul rispetto della normativa antiriciclaggio sulle macchine da intrattenimento.
Così ne è scaturita l’interrogazione dei grillini, particolarmente attenti a queste tematiche e interessati a chiarire alcune situazioni: si tratta di una cosa doverosa da parte dello Stato perché è giusto che vi sia massima trasparenza nella gestione del gioco perché sia sempre più sereno e fiducioso il rapporto tra lo Stato che gestisce il gioco e i cittadini consumatori che si accostano al gioco solamente per divertirsi.
Il sottosegretario ha ricordato: «I sistemi di gioco Videolottery sono stati introdotti a seguito dell’entrata in vigore del cosiddetto Decreto Abruzzo. I concessionari della rete tramite apparecchi da intrattenimento possono chiedere la verifica di conformità dei sistemi alle regole tecniche emanate con decreto direttoriale 22 gennaio 2010». Zanetti ha anche detto che «i ticket emessi dal sistema sono titoli che riportano il valore nominale di tutte le operazioni compiute su un apparecchio videoterminale a partire da un primo inserimento di banconote o ticket e fino all’emissione del ticket stesso. In sostanza il valore nominale riporta la somma algebrica di tutti gli inserimenti di denaro e delle vincite, detratti gli importi scommessi. Se è vero che il ticket consente pertanto di conoscere solo un valore riassuntivo delle operazioni compiute, è vero anche che, tramite puntuali interrogazioni sul sistema di gioco, si può avere esatta conoscenza della circostanza che, durante una “sessione di gioco”, vi siano state o meno vincite e l’importo delle medesime. È pertanto solo parzialmente vero quanto ipotizzato dagli onorevoli interroganti in quanto la presunta ripulitura di denaro (che si presume debba essere riciclato, ndr) potrebbe soltanto risultare tentata; se, infatti, la presunta ripulitura si basa sul presupposto - come si legge dall’interrogazione - della mancata conoscenza della realizzazione di vincite, tale circostanza è smentita da quanto descritto».