Marco Baldini e la trappola della dipendenza da gioco


25 novembre 2014 | Attualità
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Un giocatore patologico si riconosce, tra l'altro, dal fatto che nega fermamente di esserlo. Uno dei campanelli d’allarme, infatti, quando si individua questo problema in una persona cara, è proprio quello di riuscire a farglielo ammettere. 

Marco Baldini è un personaggio pubblico, uno speaker radiofonico famoso per il tandem con Fiorello, ma particolarmente "fortunato": la natura lo ha dotato di talenti e doti di comicità e brillantezza riconosciute dal pubblico ormai da decenni. 

Ha fatto discutere, nelle scorse settimane, l'abbandono del lavoro che Baldini svolgeva con Fiorello e, di conseguenza, ha destato sospetto il fatto che abbia dichiarato di aver bisogno di molti soldi. 

Perché ha lasciato una sicura fonte di reddito?

Per attirare l’attenzione?

Per poter avere un lavoro più remunerativo?

Domande che hanno ricevuto risposte vaghe: Baldini ha dichiarato di temere per l'incolumità del team della trasmissione perché i suoi creditori sono spietati e potrebbero far male a chiunque. Non solo: sostiene di non giocare più, pur ammettendo di aver perso al gioco 5 milioni di euro, e di averne restituiti 4. Ha detto di trovarsi in grandi difficoltà, di sentirsi solo, e di aver ricevuto aiuto economico da pochi amici (volti noti della tv) a cui ha promesso di restituire tutto.

 Questa è la confessione di Marco Baldini, che dopo il gesto d'effetto nei confronti di Fiorello, ha rilasciato molte interviste rendendo pubblica la propria situazione di solitudine familiare, economica e chiedendo un lavoro.

Eppure al racconto mediatico del travaglio di Baldini è mancato qualcosa.

Almeno in un primo momento, infatti, è stato accantonato un elemento basilare, un tassello fondamentale che avrebbe dovuto fare da filo conduttore alla sua storia:l'impegno nel curarsi. Quello che Baldini avrebbe dovuto subito proclamare è di essersi affidato ad un team di medici esperti per GUARIRE. Solo da un serio percorso di guarigione clinica l'ex partner radiofonico di Fiorello (e chiunque) potrà affrontare un percorso di verità con sé stesso e con gli altri.

L'amara storia di un personaggio pubblico è stata, paradossalmente, per i media un'occasione per fare informazione vera sul problema della dipendenza dal gioco, una malattia riconosciuta sin dagli anni 80 e per cui è possibile curarsi. (Newsletter Acogi del 25/11/2014)


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