Raccolta scommesse: senza dolo non c'è reato


21 agosto 2014 | Attualità
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E' molto importante la decisione presa dalla Corte d'Appello di Taranto in merito al tema della raccolta di scommesse. Il provvedimento riguarda sia i Punti di Commercializzazione collegati ad operatori con concessione online sia ai Centri di Trasmissione Dati aventi licenza estera, in quanto la sentenza prevede che “commette il reato di esercizio abusivo di attività di scommessa chi, con una diversa licenza, da intermediario e non gestendo direttamente l'attività, fornisce indicazioni sulle quote e moduli necessari per scommettere e mette a disposizione il proprio conto internet per trasmettere le scommesse online”.

La mancanza del dolo secondo la corte è significativa alla rispettiva mancanza di configurazione del reato di esercizio abusivo di scommesse. La definizione fornita dalla Corte sottolinea come in mancanza del dolo non si configuri l’abuso e quindi il reato di esercizio abusivo di attività di scommessa. Si legge ancora che  “il possesso di atti autorizzativi, anche se insufficienti, la complessità della vicenda e le incertezze interpretative fanno venir meno l'elemento soggettivo del reato, non sussistendo per l'agente la consapevolezza di porre in essere una condotta delittuosa”. Il provvedimento era stato avviato a carico del titolare di un punto vendita collegato a due operatori per cui faceva da PDC (Punto di commercializzazione) e da corner. 


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