Maschio, di 58 anni, con licenza media e sposato con figli. È questo l'identikit del romano vittima del gioco d'azzardo patologico che emerge dall'indagine realizzata dal Centro Italiano di Solidarietà (Ceis) di Don Mario Picchi sul tema delle dipendenze dal gioco nella Capitale. Nell'80% dei casi, secondo lo studio, il gioco favorito sono le slot machine e le videolottery, mentre il gratta e vinci e le scommesse sportive si attestano sul 18%, al 2% tutte le altre tipologie di giochi.
I dati sono stati raccolti dal 2011 fino al mese giugno 2014, grazie all'attività svolta dal Ceis in tutta la città e in particolare nel centro di recupero in via Attilio Ambrosini e che ha visto coinvolte persone in condizioni particolarmente difficili e delicate.
«L'età media è di 58 anni - si legge in una nota dell'associazione - con casi di persone sotto i 25 anni e da alcune sopra i 75 anni di età, anche se c'è una tendenza all' abbassamento dell'età media per via della diffusione del gioco online». La proporzione tra maschi e femmine è «di 3 uomini per 1 donna, ma il numero di donne colpite è fortemente in crescita, anche se il gentil sesso fa ha ancora difficoltà a richiedere l'aiuto di centri specializzati. In aumento anche il numero di richieste d'aiuto provenienti da cittadini dell'Europa dell'Est (rumeni, moldavi, ucraini)».
Il luogo privilegiato, in base a quanto emerge dall'indagine, dove giocare sono i bar (70%), seguono i punti Snai (20%) e i Bingo (10%). Circa la frequenza di gioco l'80% è solito giocare tutti i giorni, di questi il 60% più volte nell'arco della stessa giornata, mentre l'importo della giocata si attesta per tutti su più di 100 euro al giorno. «I nostri studi evidenziano la nascita di nuove dipendenze (new addictions) che comprendono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicata l'assunzione di una sostanza come possono essere i videogiochi, le carte, il cibo, lo shopping», ha commentato Roberto Mineo, presidente del Ceis don Mario Picchi.