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Roma ospita la fiera del gioco. Al via l'Enada con qualche problema


15 ottobre 2014 | Attualità
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Si è aperta oggi la consueta fiera del gioco pubblico che, in autunno, vede come protagonista proprio la capitale. A Roma, nel quartiere fieristico, ha preso il via una kermesse ormai non più affollatissima come poteva esserlo diversi anni fa ma che riesce ad attrarre gli addetti ai lavori perché è un'occasione per fare il punto della situazione per il settore del gioco.

L'Enada infatti si apre all'indomani dell'annuncio da parte del Governo di interventi precisi inseriti nella Legge di Stabilità per il 2015 relativi al gioco pubblico. Quali saranno?

Si prevede un aumento della tassazione sulle slot machine e sulle videolottery. Oltre a recuperare maggiori entrate, per gli esperti del Ministero dell'Economia, il provvedimento potrebbe ridurre il numero di macchine sul territorio, proprio perché la tassazione sarà molto altro. Altro annuncio è quello dell'aumento delle tasse sulle vincite. Una proposta che ha dell'assurdo perché renderebbe il gioco sempre più uno strumento "mangiadenaro" nei confronti di chi lo pratica. Insomma, si scatenerebbe una nuova battaglia etica sul gioco di Stato con elementi di attacco fortissimi da parte di politica e associazionismo.

Un altro elemento emerso dai primi discorsi sulla Legge di Stabilità è l'introduzione di una non meglio specificata tassa sui CTD. Sembra un paradosso: lo Stato combatte i centri collegati a bookmaker esteri. Al momento la normativa italiana non è riuscita ad armonizzarsi con i principi che ispirano il Trattato Europeo e i contenziosi legati alla rete di raccolta delle scommesse sono numerosissimi sia nell'ambito nazionale sia in quello internazionale. Per questo davvero non si comprende la previsione da parte del Governo di tassare un elemento che si ritiene estraneo: una imposta sui CTD rappresenterebbe infatti un riconoscimento della presenza e del lavoro dei centri. A questo punto bisogna augurarsi che sia solo l'inizio di una revisione effettiva della situazione contraddittoria che il sistema concessori italiano delle scommesse sportive vive da sempre.


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