Lo spunto viene da un fatto di cronaca: a Firenze è stata recentemente aperta una sala scommesse di fronte ad una scuola ma un regolamento comunale vieta, già dal 2011, slot machine, videolottery e flipper da bar ed esercizi che si trovano entro 500 metri da luoghi di cultura, scuole, impianti sportivi ed edifici di culto.
La delibera comunale di tre anni fa non parla espressamente di “sale scommesse”, ma soltanto di vlt e sale giochi, motivo per cui la sala scommesse sarebbe regolarmente in funzione. “Sono normative ambigue” dicono i residenti, che non hanno approvato l'apertura del centro: “L’azzardo di una sala scommesse è lo stesso di una sala videopoker. Assurdo bandirne una e l’altra no”.
“Non è il massimo dell’educazione per un bambino che transita da qui” commentano i residenti della zona in questione e chiedono al Comune la chiusura della sala scommesse, diramando un invito all’assessore al sociale Sara Funaro per affrontare la questione.
Il centro in questione è collegato ad un operatore estero privo di concessione per cui a primavera era stato chiuso, eppure da poco ha riaperto e la protesta è scoppiata, immaginando che la sala potrà rimanere sempre aperta.
Quello che è importante definire è se davvero, come dicono i residenti della zona di Firenze che protestano per l'apertura della sala scommesse vicino ad una scuola materna (i bambini della materna sono sempre e necessariamente accompagnati dai genitori), l'azzardo di una sala scommesse sia lo stesso di una sala in cui sono presenti slot e vlt. Anzi, quello della scommessa è veramente e puramente azzardo?